Nuovo regolamento europeo sugli imballaggi

In questi ultimi anni, il panorama europeo è stato influenzato da un’ottica di salvaguardia ambientale che ha portato a un nuovo modello di produzione e consumo. Questo sistema è chiamato economia circolare e si pone come obiettivo un uso sostenibile dei materiali di produzione, così da allungare il loro ciclo di vita e creare un vero e proprio meccanismo autorigenerante. Il fine ultimo è quello dell’abbattimento dei costi di gestione dei rifiuti a favore di un riciclaggio sempre più presente.

 

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Nel campo degli imballaggi, questa visione ha portato a notevoli cambiamenti in termini di riciclo e diminuzione degli sprechi. Un recente passo importante, entrato a far parte del Green Deal Europeo e del Piano d’Azione UE per l’economia circolare è di certo la proposta di regolamento che tratta di imballaggi e rifiuti di imballaggio. Questo nuovo progetto, adottato dalla Commissione UE il 30 Novembre 2022, andrà ad aggiornare il vigente regolamento 2019/1020 sulla vigilanza del mercato e sulla conformità dei prodotti; inoltre, approfondirà la direttiva 94 62 ce, legata alla gestione degli imballaggi e ai loro rifiuti.

La motivazione dietro a un aggiornamento di queste indicazioni, tutto sommato recenti, è da ritrovarsi nella presenza economica sempre più importante che il mercato del packaging rappresenta. A livello proporzionale anche l’impatto ambientale ha subìto una crescita, causata dallo sfruttamento eccessivo delle risorse e dall’inquinamento. Infatti, l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea (Eurostat) stima che ogni cittadino europeo produca un ammontare di circa 180 Kg di rifiuti di imballaggio all’anno. Carta, per lo più, seguita a ruota da vetro e plastica.

 

Quali sono le direttive del regolamento europeo sugli imballaggi

Per riallineare i prossimi dati agli obiettivi del Green Deal Europeo e trovare un metodo più efficace per la gestione dei rifiuti, questo nuovo regolamento proposto dell’Unione Europea verte principalmente su tre punti:

  1. Prevenire e abbassare il livello di produzione di rifiuti di imballaggi
  2. Promuovere l’economia circolare con imballaggi riutilizzabili o ricaricabili
  3. Facilitare il riciclaggio della plastica

A favore di queste indicazioni, la Commissione dell’Unione Europea si impegna affinché vengano agevolati sia i consumatori sia le industrie.

I primi, attraverso la limitazione dei sovrimballaggi e la rimozione degli imballaggi non necessari, con un occhio di riguardo per etichette di smaltimento più chiare e immediate.

Le seconde, attraverso la creazione di nuove opportunità commerciali, rivolte per lo più a realtà minori, che alimentino la capacità di riciclaggio europeo e abbassino il livello di dipendenza dell’Europa verso le risorse di fornitori esteri.

Questa direzione più ecosostenibile andrà a incidere soprattutto sul mercato degli imballaggi monouso, che rappresenta una grande criticità perché ha altissimi costi di smaltimento al netto di un bassissimo livello di riciclo.

Si punterà, quindi, a packaging riutilizzabili.

Entro il 2030, infatti, si auspica di avere il 20% delle bevande take-away servite in contenitori forniti dai clienti o in imballaggi recuperabili, dato che dovrebbe arrivare all’80% entro il 2040. Inoltre, saranno vietate le confezioni monodose (come le bustine di zucchero, i flaconi di servizio nelle camere d’hotel e gli imballaggi per frutta e verdura).

I piatti d’asporto subiranno un restyling green stimato al 10% entro il 2030 e al 40% entro il 2040.

Anche le grandi aziende specializzate nel mercato del delivery, dell’e-commerce e del trasporto dovranno raggiungere una soglia ecosostenibile simile, fissata al 10% entro il 2030 e al 50% entro il 2040.

In ultimo, anche i packaging in plastica dovranno seguire delle linee di produzione prestabilite, con una quota obbligatoria di contenuto riciclato pari al 30%.

Un’ultima manovra atta a facilitare il raggiungimento degli obiettivi ambientali sarà legata alla standardizzazione dei formati degli imballaggi, unita a una formula più chiara dell’etichettatura dei packaging riutilizzabili che renda più semplice individuare come e dove conferire i rifiuti. Un’ulteriore facilitazione, in questo senso, sarà data da un sistema di etichette e simboli unificato in tutta l’Unione Europea.

Il traguardo di queste manovre a tutela dell’ambiente e dei consumi dovrebbe consentire all’Unione Europea di ridurre i rifiuti degli imballaggi entro il 2030 di circa 18 milioni di tonnellate. Per il 2040 si prospetta di arrivare a un totale di circa 32 milioni di tonnellate di rifiuti in meno. Sempre nel 2040, il pronostico è di diminuire la produzione di rifiuti di imballaggio del 15% rispetto al 2018 per ogni Stato membro dell’Unione Europea.

In termini economici, con queste nuove direttive ogni cittadino europeo potrebbe risparmiare circa 100 euro all’anno.

 

I packaging sostenibili di Imballaggi Invernizzi

In ottica di riduzione degli impatti ambientali degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio, i fusti ecologici in carta Kraft di Imballaggi Invernizzi nascono come packaging riutilizzabili, in linea con l’ideologia dell’economia circolare. Ecco perché i materiali di cui sono composti sono sostenibili e scelti sulla base della tutela dell’ecosistema.

La carta dei nostri imballaggi Kraft può essere riciclata fino a 7 volte. Il legno di cui sono composti è ricavato da foreste certificate FSC e SFI, dove vengono piantati tre alberi per ogni albero utilizzato. L’acciaio selezionato per i contenitori Kraft viene riciclato innumerevoli volte e con grande attenzione.

Inoltre, Imballaggi Invernizzi applica una politica aziendale in accordo con la norma ISO 14001, istituita per perseguire la prevenzione dell’inquinamento, l’abbattimento di sprechi e la protezione dell’ambiente.

 

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