Consigli ed esempi per l’etichettatura ambientale degli imballaggi

La sostenibilità, specie quella derivante dall’etichettatura ambientale degli imballaggi, è un tema caldo che sta influenzando ogni giorno di più le realtà lavorative. Per le aziende, infatti, è ormai imprescindibile ideare dei packaging che abbiano delle direttive chiare circa il loro corretto smaltimento.

 

L’etichettatura ambientale di prodotti e imballaggi ha acquisito così tanta importanza nel tempo che, dopo le direttive ufficiali rilasciate con il decreto del 2020, anche il CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi, ha pubblicato delle linee guida ufficiali, volte ad amalgamare il sistema di etichettatura ambientale per favorire un unico procedimento adeguato, così da evitare la diffusione di informazioni errate o ambigue.

Queste direttive sono il risultato del progetto Pensare Futuro, avviato dal Consorzio con il preciso scopo di fornire strumenti e informazioni dedicate all’ecodesign dei packaging e alla loro sostenibilità ambientale.

 

Vediamo quindi insieme i punti principali delle linee guida sull’etichettatura ambientale degli imballaggi.

 

Le linee guida del CONAI

Con il decreto legislativo deliberato il 3 settembre 2020 e pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale, l’etichettatura ambientale degli imballaggi è diventata ufficialmente obbligatoria. Con l’obiettivo di facilitare la comprensione e l’applicazione dei numerosi articoli del decreto, il CONAI ha realizzato delle linee guida uniformanti che offrono soluzioni nel rispetto delle nuove direttive e che sono consultabili direttamente online.

 

Una delle prime informazioni che vengono fornite dal Consorzio Nazionale Imballaggi è che «tutti gli imballaggi devono essere etichettati opportunamente, quindi nella forma e nei modi che l’azienda ritiene più idonei ed efficaci per il raggiungimento dell’obiettivo». Tuttavia, le linee guida precisano che «tutti gli imballaggi devono essere opportunamente etichettati secondo le modalità stabilite dalle norme tecniche UNI applicabili». Questo sottintende che, all’interno delle direttive dell’UNI, c’è un minimo margine di manovra da parte delle aziende.

 

L’obiettivo dell’etichettatura ambientale resta il medesimo e il CONAI lo sottolinea più volte: «dare una corretta informazione ai consumatori sulle destinazioni finali degli imballaggi», ossia il suo corretto conferimento a fine vita, per «facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero e il riciclaggio degli imballaggi».

 

In breve, quindi, ecco le indicazioni obbligatorie e le linee guida per l’etichettatura ambientale degli imballaggi:

 

  • Deve essere presente la codifica alfa-numerica prevista dalla Decisione 97/129/CE, che permette di identificare i materiali di cui è composto l’imballaggio;
  • è obbligatorio inserire le indicazioni che consentono al consumatore di effettuare una corretta raccolta differenziata dei singoli materiali che costituiscono l’imballaggio;
  • le etichette devono essere realizzate a discrezione delle aziende affinché siano il più possibile efficaci e idonee;
  • i packaging in materie plastiche non contemplate (quindi non identificate nella Decisione 07/129/CE) che devono individuare i polimeri derivanti da riciclo, possono rifarsi alle norme UNI 1043-1.

 

A queste informazioni, il CONAI ne aggiunge alcune di secondo livello (che identifica come altamente consigliate) e di terzo livello (che identifica come consigliate).

Nel primo caso, si suggerisce di indicare la tipologia di imballaggio: si tratta di bottiglie, flaconi, lattine? inserire la categoria di packaging e una sua rappresentazione grafica è molto utile per favorire un corretto conferimento del contenitore.

Sono informazioni alquanto comode, specie quando si ha a che fare con imballaggi formati da diversi componenti. In questo senso, i fusti Kraft Easy Recycling di Imballaggi Invernizzi rendono molto più immediato lo smaltimento dopo l’uso.

Nel secondo caso, invece, si consiglia di aggiungere qualche raccomandazione per migliorare la qualità dello smaltimento: per esempio, si può suggerire di svuotare, schiacciare o sciacquare l’imballaggio, di separare l’etichetta e altre informazioni analoghe.

 

È bene sottolineare che per realizzare delle etichette ambientali idonee si può ricorrere a strumenti digitali come le app, i siti web e i QR code, che possono sostituire in parte o del tutto le informazioni inserite sul packaging. L’unica clausola per l’utilizzo di questo metodo è che vengano proposte delle guide per reperire tali informazioni e che queste guide siano presenti sul contenitore del packaging o all’interno del punto vendita.

 

L’etichettatura ambientale di Imballaggi Invernizzi

I fusti Kraft di Imballaggi Invernizzi sono sempre stati in linea con la sostenibilità grazie ai loro imballaggi ecologici e seguono con minuzia le norme entrate in vigore nel 2020 riguardanti l’etichettatura ambientale.

Progettati per adattarsi a diverse tipologie di materiale, i fusti di Imballaggi Invernizzi hanno forme variabili: dalla versione di per l’industria Hot Melt a quella per gli uffici, i locali e le scuole, i contenitori ideati hanno l’obiettivo di attuare una raccolta intelligente e uno smaltimento eco-sostenibile, a favore del Progetto Futuro e della nuova regolamentazione delle etichette ambientali.

 

Per integrarsi alle linee guida del CONAI e alle direttive del decreto del 2020, i fusti Kraft di Imballaggi Invernizzi vengono realizzati sulla base delle esigenze dei clienti, della loro comunicazione e dei loro obiettivi, consentendo quindi un’ampissima personalizzazione del contenitore e dell’etichetta ambientale, elaborata direttamente sul packaging secondo le norme in vigore.

Vuoi sapere di più sulla personalizzazione degli imballaggi e sull’etichettatura ambientale dei packaging?

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